La sigaretta elettronica: “Timeo Danaos et dona ferentis”?
di Vittoria Rizzello
03 Ottobre 2020

Secondo il report del 2019 dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità sull’uso del tabacco, ogni anno nel mondo, il fumo di sigaretta è responsabile di circa 8 milioni di morti.

Le sigarette elettroniche sono state pubblicizzate dalle aziende produttrici come un’alternativa “salutare” e più “green” rispetto alle sigarette tradizionali e sono state proposte come uno strumento potenzialmente utile per aiutare a smettere di fumare.   Questi messaggi  ne hanno portato  una sempre maggiore  diffusione,  e in Italia al momento, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la sigaretta elettronica è utilizzata da circa 2 milioni di persone .

Venerdì mattina a Conoscere e Curare il Cuore il tema della sigaretta  elettronica è stato affrontato in una tavola rotonda, coordinata dal noto giornalista Luciano Onder e a cui hanno partecipato la Dr.ssa Roberta Pacifici, Responsabile dell’Osservatorio Fumo , Alcool e Droga dell’ISS, il Dr. Umberto Tirelli, oncologo  dell’Ospedale di Aviano e il Dr. Pier Luigi Temporelli, cardiologo dell’Istituto Maugeri di Veruno.

Il Dr. Onder ha chiesto a questi 3 esperti se le parole pronunciate da Laoconte nell’Eneide “Timeo Danaos et dona ferentis” (temo i Greci anche se portano doni) per convincere  i Troiani a non introdurre il cavallo di Troia all’interno delle mura della città, valgano anche per la sigaretta elettronica.

La dr.ssa Pacifici ha chiaramente espresso il punto di vista dell’ ISS secondo cui le evidenze fornite dalle aziende produttrici non sono sufficienti a dimostrare che le 2 tipologie di sigaretta elettronica (ossia a vaporizzazione di liquidi o a riscaldamento di tabacco)  determinino un minor rischio per la popolazione. Infatti, secondo la dr.ssa, minore quantità di sostanze dannose (legata esclusivamente all’assenza della combustione) non significa necessariamente un minor danno per la salute. Infatti la Dr.ssa ha sostenuto che l’esposizione alla nicotina in esse contenuta mantiene inalterati tutti gli effetti negativi sul sistema cardiovascolare e genera dipendenza. Ciò è particolarmente rilevante perché la sigaretta elettronica appare molto appealing tra i giovani e purtroppo anche tra gli adolescenti ed è stato dimostrato che tra i giovani l’utilizzo di sigarette elettroniche si associa ad un aumento di 11 volte del rischio di diventare  fumatori  di sigarette tradizionali. La popolazione potenzialmente esposta a questo nuovo fattore di rischio è quindi molto ampia e la durata dell’esposizione al rischio si prospetta molto lunga. Un altro aspetto da rilevare è che con il processo di vaporizzazione vengono prodotte tutta una serie di sostanze potenzialmente tossiche come aldeidi, formaldeidi, particolato, nitrosamine, acetone, metalli , diacetile, ecc, i cui effetti a lungo termine sono assolutamente sconosciuti.

Inoltre nella popolazione dei soggetti che sceglie la sigaretta elettronica per smettere di fumare o per utilizzare un prodotto ritenuto meno nocivo,  questo dispositivo ha dimostrato di fallire nel suo scopo perché in Italia circa l’80% dei fumatori sono fumatori “duali”, ossia continuano a fumare anche sigarette tradizionali (anche se in numero ridotto), rimanendo esposti ad rischio certo delle sigarette tradizionali e ai potenziali effetti tossici delle nuove sostanze contenute nelle sigarette elettroniche.

Alla luce di tutto ciò la dr.ssa Pacifici ha ribadito che la battaglia è ancora aperta e ha ribadito la necessità di continuare e potenziare a livello governativo e istituzionale  le strategie di lotta a qualsiasi forma di fumo attraverso aumento dei costi, rimborsabilità dei farmaci che hanno dimostrato di essere efficaci nel mantenere l’astinenza dal fumo, campagne informative adeguate e supporti motivazionali.

Il Dr. Tirelli ha presentato il suo punto di vista di oncologo e ha sostenuto che la recente autorizzazione da parte dell’Food and Drud Administration (FDA) alla commercializzazione della sigaretta elettronica IQOS come prodotto del tabacco a rischio ridotto può rappresentare un criterio per decidere di accettare l’utilizzo della sigaretta elettronica in pazienti che, nonostante vari tentativi, non riescano a smettere di fumare, perché una riduzione dell’esposizione al rischio o l’esposizione a un rischio modificato può comunque portare a una riduzione di alcune forme tumorali.  Va tuttavia ricordato che nei dati presentati, su cui l’FDA ha rilasciato l’autorizzazione per IQOS, il minor danno era documentato esclusivamente per il passaggio totale alla sigaretta elettronica, eventualità che come è dimostrato è piuttosto rara.

Il Dr. Temporelli ha ribadito come  per il cardiologo l’obiettivo  finale deve essere la cessazione totale dell’abitudine al fumo. I messaggi che propongono la sigaretta elettronica come una scelta più sicura non sono sufficienti e convincenti per il cardiologo e, soprattutto in una strategia di prevenzione  secondaria, non è assolutamente accettabile dover scegliere il minor danno. D’altro canto alcune evidenze suggeriscono che l’uso della sigaretta elettronica possa  aumentare il rischio di infarto miocardico fino a 2 volte.  Uno spazio per la sigaretta elettronica potrebbe essere ritagliato in dei percorsi strutturati e personalizzati di riabilitazione cardiologica, in pazienti in cui i tradizionali metodi di sostegno alla cessazione del fumo abbiano fallito e comunque finalizzato alla abolizione del fumo.

Anche il Dr. Temporelli ha sottolineato la necessità di una presa di coscienza da parte delle istituzioni dell’impatto sociale e sanitario che la diffusione della sigaretta elettronica potrà avere nei prossimi anni e di come ne sia necessaria la regolamentazione in Italia. Tra gli altri interventi possibili, sono pertanto mandatorie campagne informative ed educative  sui possibili rischi potenziali della sigaretta elettronica , l’estensione dei divieti di fumo nei locali pubblici  e/o nei luoghi chiusi, scuole e ospedali anche alle sigarette elettroniche, l’utilizzo di messaggi ed immagini che ne scoraggino l’uso.