La madre di Asclepio
La madre di Asclepio, la bella ninfa Coronis, a differenza della timida Filira madre di Chitone, era incorreggibilmente civetta e, a quanto racconta Stradone, andava ogni giorno a passeggiare lungo le rive del lago di Beobi. Quando incontrava qualche giovane di suo gradimento immergeva i piedi nell’acqua sollevando le vesti e ostentando le coscie tornite e le sode natiche simili all’alabastro. Così la vide Apollo, quando nelle vesti di un comune mortale transitò lungo il lago diretto a Delfi, restandone colpito. Non era tipo da rinunciare a certe occasioni specialmente quando si trattava di ragazze splendide come Coronis. Dopo pochi minuti erano avvinti in un abbraccio che si protrasse fino a quando le acque del lago cominciarono a tingersi delle luci del tramonto. Calavano le ombre della sera quando Apollo riprese il cammino verso le colline del Parnaso in direzione della Focile. Filira lo salutò a lungo con la mano poi si avviò felice verso casa. Dopo alcuni giorni si accorse di essere incinta; non conosceva neppure il nome del bellissimo viandante che era scomparso nell’ombra del sentiero pietroso fra gli ulivi e i cactus, ma non se ne crucciò. Aveva ripreso, come altre volte, ad amoreggiare con Ischio dai neri occhi, che era il suo amante preferito.
