IL CARDIOLOGO DI FRONTE ALL’ANZIANO: I PROBLEMI DI PESO SONO DIVERSI DA QUELLI DEL NON ANZIANO
Da: Carolyn Newberry and Gregory Dakin, Clin Geriatr Med-(2021)
Un tema sempre sotto gli occhi del cardiologo è l’obesità, almeno nel paziente giovane ed in quello di media età. Purtroppo, quello cui non sempre si pensa è, invece, il problema drammaticamente opposto, vale a dire quello del mantenimento del peso corporeo nel cardiopatico anziano. Tale mantenimento, almeno in generale, è così importante da rappresentare un punto cardine per evitare l’ingresso nella fragilità: perdita di appetito, perdita di peso, perdita di “agilità” nel moto e perdita di forza, infatti, costituiscono le 4, drammatiche, perdite che co-generano il precipitare di un cardiopatico anziano da uno stato di relativa “robustezza” ad uno stato di definita fragilità.
In una recente e molto dettagliata disamina sono stati presi in considerazione i singoli aspetti che il cardiologo deve considerare nel proprio paziente anziano:
- Masticazione
- Deglutizione
- Digestione
- Assorbimento
- Appetito
- Contesto sociale e familiare

Questo al fine di garantire la prevenzione di perdita eccessiva di massa grassa e, soprattutto, muscolare. In particolare, i due autori insistono sulla necessità che – in modo sistematico – vengano valutati nel paziente anziano le seguenti, semplicissime variabili:
- Facilità/difficoltà nell’alimentazione quotidiana
- Tipo di alimentazione quotidiana
- Indice di Massa Corporea
- Andamento del peso corporeo nel tempo recente e remoto
- Parametri metabolici di base
- Farmaci che possano ridurre l’appetito e/o determinare problemi digestivi
Ciò al fine di poter rapidamente intervenire – anche mediante opportune modificazioni comportamentali e dietetiche – se vengono identificati elementi che inducano a pensare ad un possibile ingresso del paziente cardiopatico anziano nella fase sarcopenica.
L’obesità, pertanto, è il vero nemico del cardiologo, ma la registrazione di semplici – se non banali – parametri, consentirà allo stesso cardiologo di evitare l’ingresso del proprio paziente cardiopatico anziano nella temibile fase sarcopenica.
Prof. Claudio Ferri
Direttore della Scuola di Medicina Interna
Università degli Studi L’Aquila