I FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) sono utilizzati in tutto il mondo come analgesici e antiinfiammatori. Spesso per la loro efficacia antalgica vengono assunti in auto prescrizione. Il dibattito sul rapporto tra FANS e rischio cardiovascolare continua da molti anni.
Come è noto i FANS agiscono mediante l’inibizione della ciclossigenasi 1 e 2 – COX 1 e COX 2. La COX 1 viene prodotta costantemente nei tessuti mentre la COX 2 è prodotta prevalentemente nei processi infiammatori. Gli inibitori selettivi della COX 2 sono stati sintetizzati allo scopo di ridurre il rischio di sanguinamento gastro-intestinale correlato all’inibizione di COX 1.
Mentre l’aspirina ha un ben documentato effetto benefico nella prevenzione secondaria degli eventi cardiovascolari, gli altri FANS sono stati oggetto di numerose metanalisi che hanno dato spesso risultati contrastanti.
Fare il punto è l’oggetto di un recentissimo articolo del Medscape.
Inibitori selettivi di COX 2 e rischio cardiovascolare.
Agli inizi degli anni 2000 sono stati osservati gli effetti collaterali degli inibitori selettivi di COX 2 (rofecoxib valdecoxib). In una metanalisi condotta su 138 trials randomizzati essi sono stati associati ad un aumento del rischio di infarto del miocardio e di eventi vascolari. Come effetto alcuni farmaci sono stati ritirati, per altri rimane l’indicazione a soppesare attentamente il rapporto rischio beneficio che può risultare favorevole in chi ha un alto rischio di sanguinamento gastro-intestinale. Gli studi animali suggeriscono che l’effetto sfavorevole sia legato a meccanismi diversi, ad un aumento della trombosi a livello endoteliale mediato dalla sintesi ridotta di prostacicline, alla ritenzione di sodio ed acqua per citarne alcuni.
Inibitori non selettivi di COX 2 e rischio cardiovascolare.
Sono farmaci di comune utilizzo come il naprossene, il diclofenac e l’ibuprofene. Anche in questo caso le valutazioni e i dati accumulati sono molto controversi. In un’ampia metanalisi pubblicata su Lancet nel 2013 gli autori avevano concluso che il rischio cardiovascolare legato all’assunzione di alte dosi di diclofenac e ibuprofene è simile a quello degli inibitori di COX 2, mentre rimane più sicura l’assunzione di naprossene. In realtà, allo stato attuale dati di certezza relativi a quale FANS non selettivo sia da preferire, non ve ne sono. L’ibuprofene è stato associato ad un elevato rischio di stroke. Rimane un debole vantaggio a favore del naprossene.
FANS e malattia coronarica.
Volendo trarre un po’ le conclusioni di quelle che sono le molteplici osservazioni si può affermare che:
l’assunzione sia di FANS non selettivi sia di inibitori della COX 2 è stata collegata ad un aumento di mortalità nel post infarto;
i dati sono a favore di un aumento del rischio di eventi cardiovascolari con entrambe le categorie di farmaci anche in chi ha una storia di pregresso infarto;
dati meno chiari esistono per la cardiopatia ischemica cronica, ma le osservazioni suggeriscono cautela nell’utilizzo.
E’ in corso il PRECISION trial (Prospective Randomized Evaluation of Celecoxib Integrated Safety Versus Ibuprofen Or Naproxen) il primo studio condotto su pazienti ad alto rischio cardiovascolare – ma in assenza di una storia di sindrome coronarica acuta – che assumono un trattamento a lungo termine con un inibitore selettivo di COX 2 o un FANS non selettivo (Ibuprofene o Naprossene) e che potrà fornire nuove informazioni.
Le attuali raccomandazioni della FDA sono quelle di assumere bassi dosaggi e per il periodo più breve possibile. L’American College of Cardiology e l’American Heart Association raccomandano nei pazienti affetti da malattia cardiovascolare un approccio a “gradini” con la somministrazione in prima battuta di aspirina, riservando l’assunzione di inibitori di COX 2 come ultima possibilità solo al dolore altrimenti intrattabile
Islam Y. Elgendy, MD; Anthony A. Bavry, MD, MPH Medscape, Cardiovascular Safety of Nonsteroidal Anti-inflammatory Drugs
Antonella Labellarte
Cardiologa
Ospedale S. Eugenio, Roma