Scavi iniziati nel 1881 hanno riportato alla luce l’asclepieo di Epidauro distante nove chilometri dalla città e formato da un grande complesso di edifici costruiti nel IV secolo a.C. Dai due grandi propilei si accedeva ai portici dorici, quindi ai cortili delimitati da colonnati in pietra di Corinto, ricoperti di stucchi policromi. Le facciate dei palazzi erano rivestite di marmi di vario colore, un lussuoso albergo di due piani ospitava gli ammalati in attesa di passare la notte sanatrice nel tempio. C’erano poi il ginnasio, palestre, terme, bagni, piscine, viali, giardini, lo stadio e, su un colle boscoso, un teatro con 55 file di seggi, il più bello di tutta la Grecia, il primo edificio che potevano ammirare coloro che giungevano ad Epidauro da Logorio. La strada che saliva al teatro passava da fra lo stadio e il tempio, giunti a mezza costa si poteva ammirare la splendida vista dell’intero recinto sacro. Oltre che grande medico Asclepio sapeva il fatto suo anche come manager e urbanista. A nord del tempio in cui gli ammalati facevano i sogni guaritori, erano esposte in bell’evidenza le iscrizioni col nome degli ammalati, la malattia di cui soffrivano, nonché le cure praticate e le modalità della guarigione, per propiziare l’animo degli ammalati in attesa. L’esistenza delle scritte è stata messa in dubbio da molti fino al 1883, quando furono ritrovare le prime due stele con la descrizione di 41 casi clinici che risultarono tutti assai conformi alla tradizione orale. Numerosi altri frammenti sono stati ritrovati nel nostro secolo.
Gli asclepiei