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Redatto dal Comitato Scientifico del C.L.I.

Estratta da una pianta nel 18° secolo e usata per circa 200 anni in modo empirico ha potuto essere sintetizzata nel suo principio attivo solo dopo il 1950. Le sue proprietà principali sono quelle di aumentare la forza di contrazione dei ventricoli e di rallentare la conduzione dello stimolo attraverso il nodo A-V (fra gli atri e i ventricoli). La prima proprietà non viene più ricercata perché superata dai nuovi farmaci, mentre si continua ad utilizzare quella di freno della conduzione A-V nei casi di fibrillazione atriale quando si vuole ridurre la frequenza cardiaca. Il farmaco va assunto preferibilmente dopo il pasto.
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