Fattori di rischio

Come si cura il diabete

Redatto dal Comitato Scientifico del C.L.I.

Nel diabete che insorge nell’età matura (tipo 2) la riduzione del peso corporeo verso la norma, praticando una attività sportiva, può essere sufficiente insieme all’eliminazione di ogni abuso di zuccheri, a normalizzare la glicemia. È relativamente facile anche la prevenzione delle complicanze del diabete. Non sono necessarie grandi restrizioni dietetiche, ma l’alimentazione deve obbedire ad alcune regole. Si deve dare la preferenza agli zuccheri a lento assorbimento, quali gli idrati di carbonio dei cereali, rispetto a quelli raffinati, quale il normale zucchero, e ai grassi vegetali rispetto a quelli animali. I formaggi e gli altri latticini debbono essere limitati; niente (o pochissimo) alcool. La pressione arteriosa deve essere controllata regolarmente perché il suo aumento costituisce un pericolo per le arterie che già sono sottoposte all’effetto lesivo dell’iperglicemia. In caso di ipertensione anche modesta (PA >130/80mmHg) deve essere subito attuato un idoneo trattamento antiipertensivo. Il fumo di sigarette deve essere rigorosamente vietato. L’attività fisica deve essere intensificata perché lo sforzo fisico prolungato è benefico in quanto riduce la necessità di insulina e aiuta il diabetico “grasso” a perdere peso. È consigliabile una vera pratica sportiva, regolare e intensa (lo sport come terapia) perché favorisce la normalizzazione della glicemia. In nessun altro ammalato come nel diabetico, giovane o anziano che sia, la sedentarietà costituisce un fattore di rischio.
Il diabetico, infine, deve consultare regolarmente il medico o recarsi periodicamente ad un centro antidiabetico, per fare alcuni esami e controlli:

fondo dell’occhio, per conoscere le condizioni della retina,

funzionalità renale,

controllo del colesterolo,

controllo periodico della glicemia.

È bene inoltre che il diabetico impari a fare da solo alcuni controlli.
Il diabete, che oggi viene chiamato insulino-dipendente, è noto da almeno tre secoli, e prima della scoperta fatta da due ricercatori canadesi, era inesorabilmente mortale.
Nel 1971 il mondo intero ha solennemente festeggiato il cinquantesimo anniversario della scoperta dell’insulina fatta da Frederick Grant Banting e da Charles Herbert Best, i quali nel laboratorio della facoltà di medicina di Toronto, nel 1921, isolarono per primi l’insulina dal pancreas di un cane. Il loro primo paziente fu un ragazzo di 14 anni in coma al quale salvarono la vita. Il grande merito della scoperta di Banting e Best è di aver pressoché cancellato la mortalità del diabete “giovanile” e di aver consentito il prolungamento della vita dei diabetici adulti insulino-dipendenti, fino ad un’età mediamente uguale a quella della normale popolazione.
I progressi sono continuati ed oggi sono disponibili varie forme di insulina umana, ottenuta attraverso “manipolazioni” genetiche, facendo cioè produrre insulina da alcuni batteri nei quali è stato introdotto il gene che nell’uomo dirige la produzione di insulina da parte del pancreas.
Altre ricerche mirano alla realizzazione di insulina orale.
Altri progressi, anche se di minore importanza, sono stati fatti nelle modalità di iniezione dell’insulina.
Diabete e ipertensione sono due malattie che coesistono con frequenza. L’ipertensione arteriosa è presente in circa il 15 per cento della popolazione normale mentre nei diabetici oscilla fra il 30 e il 50 per cento.
L’ipertensione viene ritrovata più spesso fra i diabetici non-insulino-dipendenti, vale a dire nei soggetti con “diabete della maturità”. È una buona norma preventiva la sorveglianza della pressione arteriosa nel diabetico e quella della glicemia nell’iperteso.
Non è raro che al diabete e all’ipertensione si associno l’obesità e l’ipercolesterolemia. Alcuni di questi fattori di rischio possono essere corretti dallo stesso diabetico.
Egli dovrà inoltre abolire il fumo, che danneggia le arterie già messe a dura prova dall’iperglicemia e dall’ipertensione. Dovrà fare dello sport, anche molto intenso se il medico non troverà controindicazioni, perché l’attività sportiva gli permetterà di controllare il peso e di migliorare i risultati del trattamento antidiabetico.
Dovrà sempre essere ragionevole a tavola, cosa che gli consentirà di controllare meglio il tasso di zucchero e di grassi del sangue, e di non introdurre nell’organismo calorie di cui non ha bisogno. La restrizione di sale e dei cibi salati influirà sui valori della pressione: il controllo della pressione arteriosa, come importanza, viene nel diabetico subito dopo quello della glicemia.
Ancor più dello sport, la dieta fa parte del trattamento del diabetico. Non è concepibile che un diabetico, qualunque sia il tipo e la gravità della sua malattia, non osservi un regime dietetico rigoroso. La sua razione calorica quotidiana deve essere così suddivisa:
proteine da 10 a 15 per cento
grassi circa il 30 per cento
zuccheri dal 50 al 55 per cento.

News

Ultime Notizie

Metti il cuore dove conta.
Fai parte anche tu della nostra community:
condividi, commenta, segui la prevenzione ogni giorno.