Informati sull'infarto

Che cos’è l’infarto?

Redatto dal Comitato Scientifico del C.L.I.

Quando le arterie del cuore (coronarie) si restringono a causa dell’aterosclerosi si può verificare una sofferenza delle cellule del cuore, che in gergo tecnico viene indicata come ischemia. Quando poi il flusso di sangue nelle coronarie si arresta improvvisamente e del tutto si ha l’infarto del miocardio. Il più delle volte questa occlusione improvvisa e duratura delle coronarie è causata da un trombo che si forma su una placca aterosclerotica che si è complicata.
Le placche aterosclerotiche possono infatti instabilizzarsi improvvisamente e quindi occludere completamente il lume dell’arteria.

Pensando ad una similitudine che possa essere facilmente compresa da chi non è medico,  le placche aterosclerotiche contenute nelle arterie, possono essere immaginate come dei vulcani che improvvisamente possono eruttare causando l’infarto.

Come e quando il cuore soffre?

In una zona del muscolo cardiaco si verifica una sofferenza che viene chiamata ischemia ed è caratterizzata da turbe metaboliche, violento dolore e alterazioni dell’elettrocardiogramma. Se il deficit di irrorazione del sangue è di breve durata si ha l’ischemia miocardica transitoria, meglio nota col nome di angina pectoris, senza danni evidenti alle cellule miocardiche. Se il deficit è prolungato, le cellule miocardiche che non ricevono sufficiente ossigeno muoiono (necrosi) e si ha l’infarto miocardico.

Qual è la causa più frequente di infarto?

Nel 90% dei casi di infarto miocardico vengono ritrovate lesioni aterosclerotiche più o meno marcate delle coronarie. Ancorché rari, si possono avere infarti con coronarie poco compromesse o indenni; l’ostacolo al flusso in questi casi viene attribuito a spasmo.
Aterosclerosi e spasmo delle coronarie spesso coesistono: in tutti i casi vi è discrepanza fra la richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco e la quantità di ossigeno trasportata dalle coronarie.

Come cambia il lavoro del cuore dopo l’infarto?

L’estensione dell’infarto è in rapporto con l’importanza del ramo coronarico che si è occluso. Le cellule miocardiche morte, a differenza di quanto avviene in altri organi, non vengono sostituite da nuove cellule rigenerate. Si ha quindi l’infarto o necrosi delle cellule del cuore che nel giro di alcune settimane evolve verso la cicatrizzazione.
Il tessuto fibroso cicatriziale non possiede le capacità elastiche e contrattili del muscolo cardiaco per cui il miocardio superstite, per mantenere una buona funzione di pompa, deve fare un lavoro supplementare. Se l’estensione della necrosi è circoscritta, l’infarto viene sopportato senza conseguenze; se è ampia, la funzione di pompa del cuore risulta compromessa e si ha l’insufficienza cardiaca o lo scompenso. Questo spiega la diversa gravità delle conseguenze dell’infarto miocardico.

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