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Asclepio, il medico che divento’ dio

Redatto dal Comitato Scientifico del C.L.I.

I discepoli di Chitone. Come i laureati di un’università selettiva e prestigiosa, fecero tutti brillanti carriere. Persino Meleagro, il meno intelligente, dopo essere fallito come poeta e come politico, riuscì a diventare famoso: fu il più noto playboy del suo tempo, ineguagliabile amatore di etère. Molti fecero i medici, anche il piè veloce Achille, prima di prendere altre vie meno tranquille, esercitò la professione per diversi anni con buon successo. Il più promettente era Aristeo che giovanissimo debellò un’epidemia di peste che si stava diffondendo da un’isola all’altra del Peloponneso e guarì molti gravi ammalati, ma era dispersivo, incostante, amava viaggiare, si dedicava a più attività spinto da insaziabile curiosità per tutto ciò che era nuovo. Studiò la vita delle api, insegnò l’apicoltura e fu il primo ad esaltare le virtù del miele, portò l’ulivo in Sicilia e insegnò agli abitanti a fare l’olio, in Tracia portò la vite e insegnò a fare il vino che fu la causa della sua rovina. Divenne infatti compagno inseparabile di Bacco e insieme a lui si dette alle orge. I baccanali che inizialmente si celebravano tre volte l’anno e solamente durante il giorno, divennero sempre più frequenti: ufficialmente cinque giorni al mese con durata di ventiquattr’ore, in pratica una sfrenata festa ininterrotta. L’allievo che eccelse su tutti fu Asclepio. Nessuno ha mai capito come il suo maestro Chitone lo giudicasse; era un allievo invero particolare perché erano circa coetanei, nati entrambi in Tessaglia, dove il nonno di Asclepio era re. Non si conosce il luogo della sua nascita: le città che vantano di avergli dato i natali sono ancor più numerose di quelle che si dichiarano patria di Omero. Di carattere erano diversissimi: Asclepio era ambizioso, arrivista, ammalato di protagonismo, esibizionista, narcisista, efficientista, alla costante ricerca del successo, del potere e della ricchezza, tutto l’opposto di Chitone che era modesto, timido, schivo e disinteressato. Chitone non pretese mai compensi, gli bastava la gratitudine, Asclepio mandava parcelle salatissime; Chitone insegnava l’arte medica col solo esempio, Asclepio dette vita a cliniche, scuole e associazioni mediche. La vita di Chitone fu sempre limpida come acqua di fonte, quella di Asclepio ricca di intrighi, intrallazzi e si concluse con un giallo. In comune avevano soltanto la nascita irregolare: entrambi erano frutto di licenziosi amori terreni di dei dell’Olimpo.

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